Vi sarà sicuramente capitato, almeno una volta durante
il rinvaso di una pianta o la vangatura di un’aiuola, di scorgere
alcune di quelle larve bianche e grassocce, e vi sarete probabilmente
domandati se fosse il caso di eliminarle perché dannose o di lasciarle
sopravvivere perché utili alle piante.
Si tratta di larve di coleotteri che trascorrono l’inverno nel terreno,
sotto le cortecce degli alberi, o nei tronchi ormai morti. L’ordine dei Coleotteri comprende centinaia di migliaia di specie
e quasi tutte si nutrono di vegetali. Solo una minima parte si nutre di
altri insetti (ad esempio la coccinella).
Le larve di alcuni coleotteri sono carnivore e attaccano altre larve e
altri insetti, ma una volta adulti, gli insetti divengono fitofagi.
Tra i coleotteri vi sono molte specie assai dannose per le colture orticole
e ornamentali. Il più noto tra tutti i flagelli è l’Oziorrinco, che
appartiene alla famiglia dei curculionidi, e che conta diverse specie,
tutte dannose; è un insetto privo di ali, lungo da 5 a 7 mm di
colore bruno-nerastro, ha abitudini notturne e si nutre di qualsiasi pianta
gli capiti a tiro.
Durante la notte, esce dai rifugi e risale il fusto delle piante per rosicchiarne
le foglie. Attivo da maggio ad autunno inoltrato, depone le uova sul terreno in prossimità
delle piante di cui si nutre. Le larve, con corpo a forma di ‘C’, di colore bianco avorio,
sono lunghe 2-3 cm, hanno capo rosso-bruno o arancio e sono prive di zampe;
restano sotto terra fino a primavera e si nutrono delle radici delle piante;
in casi di infestazioni massicce possono determinarne la morte.
Altro coleottero dannoso per le colture di ogni genere e Melolontha melolontha
(il vero maggiolino) di colore rosso mattone. Sia gli adulti sia le larve,
simili a quelle descritte precedentemente, possono distruggere interi
raccolti.
In ambito domestico, il controllo delle infestazioni avviene in modo manuale
catturando gli adulti durante l’estate e rivoltando la terra delle
aiuole in novembre in modo da esporre al freddo invernale le larve che
vi si nascondono.
In agricoltura la lotta avviene ormai con metodi biologici, interrando
nematodi (minuscoli vermi terricoli) che vanno a caccia delle larve di
coleotteri (e altri insetti) penetrando nel loro corpo ed infettandole
con batteri per loro fatali.
Poiché i nostri giardini sono comunemente frequentati da altri
coleotteri quali Cetonia aurata e Potosia cuprea (molto simili tra loro)
le cui larve come quelle dell’Oziorrinco vivono sotto terra, è
necessario fare una distinzione.
A differenza dell’Oziorrinco e della Melolontha,
gli adulti di Cetonia e Potosia si nutrono di polline e possono, solo eventualmente,
danneggiare in minima parte i fiori. Inoltre le larve si nutrono di residui
vegetali in decomposizione e non di radici vive. Solo grandi infestazioni
di Cetonia o Potosia possono arrecare danni nei frutteti o nelle colture
floricole. E poi, lo splendido colore metallico delle loro elitre li rende immediatamente
riconoscibili. Cerchiamo di risparmiarli, se possibile.
Le larve di Cetonia e Potosia sono leggermente più corte e spesse, con zampe brevi; quelle di Melolontha sono leggermente più lunghe e sottili, con zampe lunghe.
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